Armillaria mellea: prevenire e sconfiggere il marciume radicale nei vigneti

Scopri come identificare, prevenire e gestire il marciume radicale nei vigneti per proteggere le tue piante dalla Armillaria mellea.

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La viticoltura è una pratica antica e complessa, e come molte altre forme di agricoltura, è vulnerabile a una serie di malattie fungine. Tra queste, una delle più insidiose è il marciume radicale causato dal fungo Armillaria mellea, comunemente noto come "chiodino". Questo fungo attacca le radici delle piante, portando a un progressivo indebolimento che, se non controllato, può portare alla morte della pianta stessa. Per i viticoltori, la conoscenza del ciclo biologico di Armillaria, dei suoi sintomi e dei metodi di prevenzione e controllo è fondamentale per proteggere i propri vigneti.

La sfida con Armillaria mellea è duplice: non solo è difficile da identificare nei primi stadi dell'infezione, ma una volta insediato nel terreno, può persistere per decenni. Questo rende la gestione della malattia particolarmente complessa e costosa. L'obiettivo di questo articolo è fornire ai viticoltori e agli appassionati di funghi una comprensione dettagliata del patogeno, delle sue modalità di attacco e delle strategie per limitarne i danni.

Marciume radici vitigno a causa di Armillaria mellea

Ciclo Biologico di Armillaria Mellea

Armillaria mellea ha un ciclo vitale complesso che si divide in due fasi principali: la fase saprofita e la fase parassita. Ciascuna di queste fasi gioca un ruolo fondamentale nella capacità del fungo di sopravvivere e diffondersi nei vigneti.

  1. Fase saprofita: Durante questa fase, il fungo vive nel suolo come decompositore, nutrendosi di frammenti di legno o radici in decomposizione. Questo comportamento lo rende difficile da individuare, poiché durante questa fase non attacca le piante vive e non mostra segni visibili di infezione. Il fungo può rimanere inattivo per anni, in attesa di entrare in contatto con una pianta suscettibile.

  2. Fase parassita: Quando le rizomorfe del fungo, strutture simili a radici formate da ife, entrano in contatto con le radici vive di una pianta, il fungo passa alla fase parassita. Le rizomorfe penetrano nelle radici tramite un processo meccanico e, una volta all'interno, il fungo inizia a sviluppare il micelio, una rete di ife che si diffonde sotto la corteccia delle radici. Il micelio biancastro a ventaglio è una delle caratteristiche distintive di Armillaria mellea, e la sua presenza è un segnale chiaro di infezione in atto.

Schema Dettagliato del Ciclo Biologico di Armillaria Mellea:

FaseDescrizioneEffetti sulle piante
SaprofitaVive su radici morte e legno in decomposizione nel terrenoNessun effetto visibile sulle piante vive, il fungo rimane "dormiente"
ParassitaLe rizomorfe penetrano nelle radici vive, emettendo il micelio sottocorticaleProgressivo marciume delle radici, deperimento della pianta, e morte

Sintomi Sulle Viti

Uno degli aspetti più insidiosi dell'infezione da Armillaria mellea è la lentezza con cui i sintomi iniziali si manifestano. Questo ritardo rende difficile per i viticoltori riconoscere l'infezione in tempo utile per intervenire, poiché spesso i primi segni sono vaghi e facilmente confondibili con altre problematiche agronomiche, come carenze nutrizionali o stress idrico.

I sintomi più evidenti sulle viti si manifestano principalmente nelle foglie e nei grappoli, ma è nell'apparato radicale che si può osservare l'azione più distruttiva del fungo.

Sintomi Visibili sulla Pianta:

  • Perdita di vigore: La pianta sembra debole e stentata, con una crescita ridotta rispetto alle viti sane. Le foglie possono apparire più piccole e clorotiche (ingiallite), e la pianta è generalmente più suscettibile a stress ambientali come la siccità o il freddo.
  • Tralci non lignificati: I tralci delle piante infette non si lignificano correttamente, il che li rende più fragili e incapaci di sostenere la produzione di frutti.
  • Grappoli di piccole dimensioni: Un altro segno distintivo dell'infezione è la presenza di grappoli di uva piccoli e spargoli. Gli acini non si sviluppano pienamente e ciò porta a una ridotta qualità e quantità della produzione.
  • Arrossamento o ingiallimento precoce: Uno dei sintomi più facilmente riconoscibili nelle fasi avanzate dell'infezione è l'arrossamento o l'ingiallimento precoce delle foglie, che si verifica già in autunno, prima che le piante sane inizino a mostrare segni di caduta delle foglie.

Sintomi nell'Apparato Radicale:

  • Radici scure e friabili: Le radici delle piante infette da Armillaria appaiono scure, fragili e facilmente estraibili dal terreno. Questa caratteristica è uno dei segni più certi dell'infezione.
  • Presenza di micelio biancastro a ventaglio: Sotto la corteccia delle radici infette, si può osservare il micelio biancastro caratteristico del fungo, che si diffonde a forma di ventaglio.
  • Odore di fungo fresco: In presenza di elevata umidità, le radici infette possono emanare un odore di fungo fresco, un segno che il patogeno è attivo.

Decorso della Malattia

Il decorso della malattia può essere estremamente variabile. In alcuni casi, la pianta può resistere per diversi anni all'infezione prima di morire, mentre in altri casi il decorso è rapido, con la pianta che muore nel giro di pochi mesi. Il tempo che intercorre tra l'infezione e la morte della pianta dipende da vari fattori, tra cui la quantità di inoculo presente nel terreno, l'estensione dell'infezione sulle radici e le condizioni del suolo.

In generale, la morte della pianta si verifica durante la primavera, quando la pianta richiede un maggiore apporto di acqua e nutrienti per la crescita vegetativa. Se le radici sono compromesse dall'infezione, non sono in grado di soddisfare queste esigenze, portando al collasso della pianta. In alcuni casi, si può verificare un fenomeno noto come "colpo apoplettico", in cui la pianta collassa improvvisamente durante l'estate, con foglie e grappoli che rimangono attaccati anche dopo la morte.

Diffusione dell'Infezione

La diffusione di Armillaria mellea avviene principalmente attraverso due modalità:

  1. Rizomorfe: Queste strutture filamentose si estendono nel terreno e possono raggiungere nuove radici da infettare. Le rizomorfe sono particolarmente resistenti e possono sopravvivere per lunghi periodi, anche in assenza di radici vive. La loro presenza nel terreno rende la malattia difficile da eradicare una volta che è insediata.
  2. Contatto tra radici infette e sane: L'infezione si diffonde anche quando le radici di una pianta infetta entrano in contatto diretto con quelle di una pianta sana. Questo tipo di trasmissione rende particolarmente vulnerabili i vigneti, dove le radici delle piante sono spesso molto vicine tra loro.

Anche se il fungo produce carpofori (i cosiddetti "chiodini") in autunno, le spore rilasciate da questi frutti non sembrano giocare un ruolo significativo nella diffusione della malattia. La principale modalità di diffusione rimane quella sotterranea tramite rizomorfe e contatto radicale.

Prevenzione e Difesa

Poiché non esistono trattamenti chimici efficaci per eliminare Armillaria mellea, la prevenzione è l'arma più efficace a disposizione dei viticoltori. Di seguito sono elencate alcune delle strategie di gestione raccomandate per limitare la diffusione del fungo e proteggere i vigneti:

  1. Rimozione delle piante infette: Una volta che una pianta è stata identificata come infetta, è essenziale rimuoverla immediatamente, insieme a tutte le radici. Questo riduce l'inoculo presente nel terreno e minimizza il rischio di diffusione del fungo alle piante vicine.
  2. Rotazione delle colture: Dopo la rimozione di una pianta infetta, è consigliabile evitare di reimpiantare nuove viti nello stesso sito per almeno 3-5 anni. In alternativa, si possono piantare colture non suscettibili a Armillaria, come leguminose o brassicacee, per ridurre l'inoculo nel terreno.
  3. Pulizia delle attrezzature: Le rizomorfe e il micelio del fungo possono rimanere attaccati alle attrezzature agricole utilizzate per lavorare il terreno. Pertanto, è importante pulire accuratamente le attrezzature prima di utilizzarle in altri appezzamenti, per evitare di trasportare il fungo in nuove aree..

Controllo Biologico

Recenti studi stanno esplorando l'uso di organismi antagonisti per contrastare l'infezione da Armillaria mellea. In particolare, funghi del genere Trichoderma si sono dimostrati promettenti come agenti di controllo biologico. Questi funghi possono agire in diversi modi per limitare l'azione di Armillaria:

  • Antibiosi: Produzione di sostanze che inibiscono la crescita del fungo patogeno.
  • Competizione: I funghi antagonisti competono con Armillaria per lo spazio e i nutrienti nel suolo.
  • Parassitismo: Alcuni funghi possono parassitare direttamente Armillaria, utilizzando il micelio del patogeno come fonte di cibo.

Anche se il controllo biologico è ancora in fase sperimentale, rappresenta una speranza per una gestione sostenibile della malattia nei vigneti.

Tabella di Difesa e Prevenzione:

Strategia di DifesaDettagli
Rimozione piante infetteEstirpare immediatamente le piante infette insieme a tutte le radici per ridurre l'inoculo
Rotazione colturaleLasciare il terreno a riposo per almeno 3-5 anni, oppure coltivare specie non suscettibili come leguminose o brassicacee
Pulizia delle attrezzatureRimuovere ogni residuo di rizomorfe o micelio dalle attrezzature agricole prima di utilizzarle in altri appezzamenti
Controllo biologicoUso di funghi antagonisti come il genere Trichoderma per inibire la crescita di Armillaria e competere per spazio e nutrienti nel suolo

La lotta contro Armillaria mellea richiede una strategia di gestione a lungo termine che combini la prevenzione con l'adozione di pratiche agronomiche sostenibili. Poiché non esistono trattamenti chimici efficaci, la chiave per limitare i danni risiede nella diagnosi precoce, nella rimozione delle piante infette e nella gestione del suolo.

Fonte: Istituto Agrario di San Michele all’Adige

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