Rubroboletus lupinus
Indice
- Introduzione
- Nome scientifico
- Classificazione
- Nomi comuni
- Commestibilità
- Caratteristiche morfologiche
- Caratteristiche organolettiche e di habitat
- Distribuzione geografica
- Stagionalità
- Possibili Confusioni
- Proprietà medicinali o tossiche
- Metodo di coltivazione
- Storia, usi tradizionali e curiosità
- In cucina
Introduzione
Il Rubroboletus lupinus è un fungo micorrizico della famiglia delle Boletaceae. Caratterizzato da colori vivaci, in particolare il cappello rosso, è noto per la sua tossicità. Questa specie si trova principalmente in foreste di latifoglie, in simbiosi con querce e castagni.
Nome scientifico
Il nome scientifico del fungo è Rubroboletus lupinus.
Classificazione
- Regno: Fungi
- Divisione: Basidiomycota
- Classe: Agaricomycetes
- Ordine: Boletales
- Famiglia: Boletaceae
- Genere: Rubroboletus
- Specie: Rubroboletus lupinus
Fonte: MycoBank
Nomi comuni
Il Rubroboletus lupinus è comunemente chiamato "Boleto rosso velenoso" o "Boletus di lupino" per i suoi colori brillanti e la sua tossicità.
Commestibilità
Il Rubroboletus lupinus è non commestibile e considerato tossico. Il suo consumo può provocare sintomi gastrointestinali gravi, come nausea, vomito e diarrea. Non deve essere consumato, né crudo né cotto, poiché rimane tossico anche dopo la cottura.
Caratteristiche morfologiche
- Cappello: Il cappello è convesso, di colore rosso vivo, con un diametro che varia tra 5 e 15 cm. La superficie può essere vellutata o liscia.
- Imenoforo: I pori sono gialli nei giovani esemplari, tendenti al verde oliva con l’età e virano rapidamente al blu se toccati.
- Gambo: Il gambo è cilindrico, robusto, con tonalità gialle e macchie rosse, e spesso presenta una reticolatura nella parte superiore.
- Spore: Spore ellissoidali, marrone oliva in massa.
Caratteristiche organolettiche e di habitat
Il sapore del Rubroboletus lupinus è amaro e sgradevole, mentre l'odore è debole. Cresce in simbiosi con alberi di latifoglie, in particolare querce e castagni, preferendo terreni calcarei e ben drenati nelle foreste collinari e montane.
Distribuzione geografica
Il Rubroboletus lupinus è diffuso in Europa, principalmente nelle regioni montane e collinari. In Italia è presente nelle Alpi e negli Appennini, in boschi di querce e castagni.
Stagionalità
Il Rubroboletus lupinus fruttifica dalla tarda estate all'autunno, con un picco tra agosto e ottobre.
Possibili Confusioni
Il Rubroboletus lupinus può essere confuso con altre specie del genere Rubroboletus, come il Rubroboletus satanas o il Rubroboletus rhodoxanthus. Si distingue per il colore rosso acceso del cappello e il viraggio al blu dei pori al tocco.
Proprietà medicinali o tossiche
Il Rubroboletus lupinus è tossico e non deve essere consumato. Il suo consumo può causare gravi disturbi gastrointestinali. Non sono note proprietà medicinali. Per ulteriori informazioni, consulta la banca dati PubMed.
Metodo di coltivazione
Il Rubroboletus lupinus non è coltivabile, poiché dipende dalla simbiosi micorrizica con alberi di latifoglie. Non è adatto alla coltivazione commerciale o domestica.
Storia, usi tradizionali e curiosità
Non ci sono usi tradizionali o storici legati al Rubroboletus lupinus, poiché è noto per la sua tossicità. È apprezzato per la sua bellezza dai fotografi e dagli appassionati di funghi. È comunque da trattare con estrema cautela a causa del rischio di avvelenamento.
In cucina
Il Rubroboletus lupinus non è utilizzato in cucina a causa della sua tossicità. Anche dopo la cottura rimane pericoloso e può causare avvelenamento. Si consiglia di non raccoglierlo per scopi alimentari.
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