Boletus satanas (Fungo di Satana, Porcino di Satana)

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Indice

Introduzione

Il Boletus satanas, noto comunemente come "Fungo di Satana", è un fungo micorrizico appartenente alla famiglia delle Boletaceae. È famoso per il suo aspetto impressionante e il suo potenziale altamente velenoso. Con il cappello bianco e il gambo rosso, rappresenta uno degli esemplari più facilmente riconoscibili tra i boleti, ma anche uno dei più pericolosi. La sua tossicità, che può provocare gravi intossicazioni gastrointestinali e persino mortali, lo rende una specie temuta da raccoglitori inesperti. Anche quando cotto, il Boletus satanas mantiene la sua pericolosità.

Nome scientifico

Il nome scientifico attuale del fungo è Boletus satanas. La denominazione deriva dal termine latino "satanas", che significa "satana" o "diavolo", un chiaro riferimento alla sua pericolosità e alla sua associazione con il male a causa della tossicità.

Classificazione

  • Regno: Fungi
  • Divisione: Basidiomycota
  • Classe: Agaricomycetes
  • Ordine: Boletales
  • Famiglia: Boletaceae
  • Genere: Boletus
  • Specie: Boletus satanas

Fonte: MycoBank

Nomi comuni

Il Boletus satanas è comunemente chiamato "Fungo di Satana" o "Porcino di Satana" in diverse regioni italiane, ma è noto anche con nomi locali che ne evocano la pericolosità. In altre lingue è conosciuto come "Satan's Bolete" (inglese) o "Satans-Röhrling" (tedesco).

Commestibilità

Il Boletus satanas è velenoso e altamente pericoloso per il consumo umano. L'ingestione può causare sintomi quali nausea, vomito, diarrea e dolori addominali acuti. Anche una cottura prolungata non neutralizza le tossine presenti nel fungo, che rimane tossico. Gli avvelenamenti sono più frequenti quando viene confuso con specie commestibili di boleti, perciò il Boletus satanas deve essere assolutamente evitato.

Caratteristiche morfologiche

  • Cappello: Di forma convessa, di colore bianco o grigiastro, con superficie liscia e vellutata. Può raggiungere un diametro di 10-30 cm e diventa appianato con l'invecchiamento. A volte presenta screpolature quando è secco.
  • Imenoforo: I pori, presenti sotto il cappello, sono di colore rosso vivo o arancio, tendendo a diventare blu se toccati. I tubuli sono gialli e anch'essi virano al blu alla manipolazione.
  • Gambo: Grosso e bulboso, di colore rosso intenso nella parte centrale, con un reticolo di tonalità giallastra. La base è spesso più larga rispetto al centro del gambo.
  • Carne: Di colore bianco all'interno, ma che tende a diventare bluastro quando tagliata o danneggiata. Questa reazione è dovuta alla presenza di composti ossidanti presenti nelle cellule del fungo.
  • Spore: Spore ellissoidali, di colore marrone oliva in massa, prodotte in grandi quantità.

Caratteristiche organolettiche e di habitat

Il Boletus satanas ha un sapore amaro e molto sgradevole, con un odore piuttosto forte e repellente. Questo odore è descritto come dolciastro o simile a frutta in decomposizione, un segnale che spesso avverte della sua pericolosità. Cresce in habitat boschivi, in simbiosi con alberi di latifoglie, in particolare querce e castagni, e predilige terreni calcarei e ben drenati. Si trova soprattutto nelle foreste collinari e montane, spesso in zone ricche di humus.

Distribuzione geografica

Il Boletus satanas è diffuso principalmente in Europa, specialmente nelle regioni centrali e meridionali, come l'Italia, la Francia, la Spagna e l'Austria. È stato osservato anche in alcune zone del Nord America, sebbene sia più raro. In Italia è presente soprattutto nelle aree collinari e montuose, dove il terreno calcareo favorisce la sua crescita.

Stagionalità

Il periodo di fruttificazione del Boletus satanas va dall'estate all'inizio dell'autunno, con un picco tra luglio e settembre, a seconda delle condizioni climatiche e dell'altitudine. Le estati umide e le piogge abbondanti favoriscono una maggiore presenza di esemplari nelle zone boschive.

Possibili Confusioni

Il Boletus satanas può essere facilmente confuso con altre specie di boleti tossici, come il Rubroboletus legaliae e il Boletus luridus. Entrambe queste specie condividono caratteristiche simili, come il viraggio al blu al tocco e i colori brillanti, ma il Boletus satanas si distingue per il cappello bianco e il gambo rosso acceso. È anche confondibile con alcuni boleti commestibili, come il Boletus edulis (Porcino), che però ha un cappello marrone e una colorazione del gambo meno vistosa.

Proprietà medicinali o tossiche

Il Boletus satanas è noto esclusivamente per le sue proprietà tossiche. L'ingestione del fungo, anche in piccole quantità, può causare gravi disturbi gastrointestinali e, nei casi più gravi, danni renali ed epatici. Alcuni composti tossici presenti nel fungo non sono ancora del tutto identificati, ma si ritiene che siano principalmente responsabili della sindrome gastrointestinale acuta. Non sono note proprietà medicinali, e per questo motivo non è utilizzato in nessun contesto terapeutico.

Metodo di coltivazione

Il Boletus satanas è un fungo micorrizico, il che significa che vive in simbiosi con le radici degli alberi, come querce e castagni. Questo tipo di relazione simbiotica rende estremamente difficile, se non impossibile, la sua coltivazione commerciale. Al contrario di altre specie di funghi che possono essere coltivate su substrati artificiali, i boleti come il Boletus satanas richiedono condizioni naturali specifiche e complesse.

Storia, usi tradizionali e curiosità

Nel corso della storia, il Boletus satanas non ha mai avuto usi culinari o medicinali a causa della sua tossicità. Tuttavia, la sua presenza nei boschi è sempre stata oggetto di attenzione e timore tra i raccoglitori. I nomi popolari legati a figure come Satana o il diavolo sono emblematici del timore che ha suscitato. È interessante notare che, nonostante la sua tossicità, alcuni studi recenti stanno esplorando la chimica dei composti presenti nel fungo per possibili applicazioni in biotecnologia, sebbene sia ancora un campo molto preliminare.

In cucina

Il Boletus satanas non è utilizzabile in cucina a causa della sua alta tossicità. Anche dopo un'accurata cottura, il fungo non perde le sue proprietà velenose. L'ingestione, anche se accidentale, può portare a gravi conseguenze per la salute. Per questi motivi, non deve essere raccolto né maneggiato per scopi alimentari. La sua presenza nei boschi dovrebbe essere considerata solo per motivi educativi o scientifici.

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