Amanita phalloides (Fungo della morte, Angelo della morte, Tignosa verdognola)
Indice
- Introduzione
- Nome scientifico
- Classificazione
- Nomi comuni
- Commestibilità
- Caratteristiche morfologiche
- Caratteristiche organolettiche e di habitat
- Distribuzione geografica
- Stagionalità
- Possibili Confusioni
- Proprietà medicinali o tossiche
- Metodo di coltivazione
- Storia, usi tradizionali e curiosità
- In cucina
Introduzione
Amanita phalloides, noto anche come "Fungo della morte", è una delle specie fungine più velenose al mondo. Appartenente alla famiglia delle Amanitaceae, questo fungo contiene tossine mortali che possono causare avvelenamenti gravi e fatali, anche se consumato in piccole quantità. Cresce comunemente in Europa e Nord America, spesso in simbiosi con latifoglie e conifere.
Nome scientifico
Il nome scientifico attuale del fungo è Amanita phalloides.
Classificazione
- Regno: Fungi
- Divisione: Basidiomycota
- Classe: Agaricomycetes
- Ordine: Agaricales
- Famiglia: Amanitaceae
- Genere: Amanita
- Specie: Amanita phalloides
Fonte: MycoBank
Nomi comuni
Il Amanita phalloides è conosciuto come "Fungo della morte", "Angelo della morte" e "Tignosa verdognola" per via del suo colore e della sua elevata tossicità.
Commestibilità
Il Amanita phalloides è estremamente velenoso e mortale. Contiene amatossine, composti epatotossici che danneggiano irreversibilmente il fegato e i reni. Anche il consumo di piccole quantità può portare a gravi intossicazioni e alla morte, se non trattato immediatamente. È considerato il responsabile di circa il 90% delle intossicazioni fungine fatali nel mondo.
Caratteristiche morfologiche
- Cappello: Convesso, con diametro da 6 a 15 cm, di colore verde oliva, giallastro o marrone. La superficie è liscia, spesso lucida o viscida in condizioni umide.
- Lamelle: Bianche, fitte e libere dal gambo.
- Gambo: Bianco, con un anello ampio e una volva membranosa alla base.
- Spore: Bianche in massa, di forma ellissoidale.
- Volva: Bianca e ampia, persistente alla base del gambo.
Caratteristiche organolettiche e di habitat
Il sapore del Amanita phalloides è dolce, rendendolo facilmente scambiabile per specie commestibili, ma privo di odori forti. Cresce principalmente nei boschi di latifoglie e conifere, spesso associato a querce, castagni e faggi. Preferisce terreni ricchi di humus e ben drenati, sviluppandosi in solitario o in gruppi.
Distribuzione geografica
Il Amanita phalloides è diffuso in Europa, Nord America, Asia e Australia. È particolarmente comune nelle foreste temperate, dove cresce in simbiosi micorrizica con alberi come querce e castagni.
Stagionalità
Fruttifica principalmente durante l'estate e l'autunno, con un picco tra agosto e ottobre.
Possibili Confusioni
Il Amanita phalloides può essere facilmente confuso con altre specie di funghi commestibili come il Russula virescens o Volvariella speciosa, che condividono un aspetto simile. Tuttavia, l'anello e la volva membranosa sono distintivi, ma richiedono attenzione nella raccolta.
Proprietà medicinali o tossiche
Le tossine del Amanita phalloides, tra cui le amatossine, attaccano il fegato e i reni, portando a insufficienza multiorgano. L'ingestione può causare sintomi gastrointestinali entro 6-12 ore, seguiti da un’apparente ripresa e poi da un deterioramento che può condurre alla morte se non trattato. Non ha proprietà medicinali. Per maggiori informazioni, consulta PubMed.
Metodo di coltivazione
Il Amanita phalloides non è coltivabile commercialmente, poiché cresce esclusivamente in simbiosi con piante specifiche. È una specie strettamente selvatica e si trova solo in habitat naturali.
Storia, usi tradizionali e curiosità
Il Amanita phalloides è noto nella storia come uno dei funghi più letali, spesso collegato a casi di avvelenamento accidentale o deliberato. Il suo aspetto innocuo e il sapore dolce lo rendono particolarmente insidioso per i raccoglitori inesperti. Non ha usi culinari o tradizionali, a causa della sua tossicità.
In cucina
Il Amanita phalloides non deve mai essere utilizzato in cucina. La sua ingestione è estremamente pericolosa e mortale. È fondamentale evitare la raccolta di questo fungo e imparare a riconoscerlo per prevenire gravi avvelenamenti.
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